Coopbox Group, azienda del Gruppo CCPL, leader in Italia e in Europa negli imballaggi e nei sistemi di confezionamento degli alimenti freschi, ha ottenuto il finanziamento del ministero per l’Ambiente per il progetto Carbon Footprint. Il bando ministeriale riguarda la riduzione delle emissioni di CO2.
Lo ha annunciato Emilio De Pascale, amministratore delegato di Coopbox, al convegno “Le opportunità della riduzione della CO₂ e le proposte di incentivazione” promosso da Cooperambiente in occasione della fiera Ecomondo attualmente in corso a Rimini.
Il piano di lavoro del progetto Carbon Footprint è suddiviso in quattro fasi principali, di cui la prima dedicata all’analisi dell’impronta di carbonio di alcuni prodotti selezionati: si tratta del polistirolo espanso (XPS), dell’acido polilattico espanso (XPLA) e del polietilene tereftalato espanso (XPET), dalla produzione delle materie prime fino allo smaltimento. La raccolta e l’analisi dei dati avverrà attraverso un software creato appositamente per calcolare la Carbon Footprint di Coopbox.
Nella seconda e nella terza fase del progetto verranno individuate le misure possibili per la riduzione e la neutralizzazione delle emissioni, mentre nella quarta fase saranno messe a punto le strategie comunicative destinate ad informare il consumatore circa i dati quantitativi delle azioni di miglioramento attraverso un’etichetta ambientale (già in via di delibera da parte della UE) ed ogni altro canale sarà ritenuto opportuno.
«Il progetto Carbon Footprint finanziato dal Ministero – rileva una nota di Coobox – rientra perfettamente nelle politiche legate alla sostenibilità ambientale perseguite da Coopbox che ha sempre investito molto sulla ricerca e sullo sviluppo cercando soluzioni che avessero il minor impatto ambientale possibile. La riduzione dei pesi delle vaschette e la ricerca di materiali a minore impatto ambientale sono alla base dei programmi di innovazione di Coopbox. Infatti, il 70% della produzione è costituita da materiali espansi (XPS, XPET, XC-PET, XPLA) composti al 98% d’aria. Questo significa che ogni anno, grazie a questa tecnologia, vengono risparmiate oltre 10.000 tonnellate di plastica, pari a circa 30.000 tonnellate di CO₂.
Per quanto riguarda la ricerca sui materiali, Coopbox è stata la prima società a livello europeo ad espandere il PLA, una bioplastica completamente compostabile e biodegradabile proveniente dall’amido di mais da cui è nata la pluripremiata Naturalbox. La prerogativa di utilizzare materiali riciclati, oltre a concretizzarsi nella realizzazione delle vaschette in R-PET, è stata attuata anche attraverso un progetto di efficientamento energetico dello stabilimento di Madrid che prevede l’acquisto di energia proveniente unicamente da fonti rinnovabili.