Raccolta da soci a 1,312 miliardi
Coop Nordest piccola banca (e neanche tanto): chi garantisce il prestito?

Coop Nordest è come una banca, e neppure delle più piccole. A fine 2012 la cooperativa reggiana poteva contare su una raccolta da prestito sociale di 1 miliardo 312 milioni, cifra certamente inferiore a quella degli ultimi tre anni (la crisi costringe molte famiglie a dar fondo ai risparmi) ma pur sempre di notevoli dimensioni.

In una classifica del Sole 24 Ore-Plus che comprende la raccolta diretta degli istituti di credito e le nove grandi sorelle della cooperazione di consumo, Nordest si colloca al 130° posto dietro a Cari Fano, Popolare di Marostica, Bcc del Garda e davanti alle Bcc delle Prealpi, di Fornacette, e a Unicoop Tirreno. La stessa Coop Lombardia, con poco più di un miliardo di raccolta, è distanziata da Nordest.

Ma è la somma dei prestiti sociali raccolti complessivamente dalle nove sorelle consorziate in Coop Italia (alla cui guida è salito di recente Marco Pedroni, ex presidente di Nordest) che può dare un’idea della potenza finanziaria della cooperazione di consumo che fa capo alla Lega. E anche dell’entità del problemi da affrontare sul piano della tutela dei prestatori, perché il prestito non è un risparmio – contrariamente a quanto molti pensano – ma un investimento teoricamente a rischio.

Il “libretto coop” non è tutelato dalla garanzia dello Stato come i conti correnti bancari, ed è difeso soltanto dal patrimonio della cooperativa (a raccolta del prestito non può essere superiore a tre volte il patrimonio stesso). Prova ne sia che in grandi crac, come alla Cmr Reggiolo o ad Argenta, è dovuto scattare  l’intervento di solidarietà orchestrato da Legacoop per rimborsare almeno in parte i soci.

Ma torniamo alle cifre. Secondo Plus il totale del prestito in capo alle nove sorelle ammonta a 10 miliardi 438 milioni, appena sotto in termini di raccolta diretta a Banca Mediolanum, Che banca!, Popolare Etruria e Lazio, Mps per le Imprese, e davanti a Banca Antonveneta, Unipol Banca, Credito Bergamasco, Cariveneto, Banco di Sardegna (controllato da Bper), Banca Sella e Carifirenze che ha una raccolta diretta di “soli” 8 miliardi 186 milioni.

La classifica delle coop di consumo vede in testa Unicoop Firenze guidata dall’intramontabile Toriddo Campaini con 2 miliardi 360 milioni,  di raccolta da Soci, quindi Coop Adriatica (1.832 milioni) e al terzo posto Nordest. A seguire Unicoop Tirreno, Coop Lombardia, Coop Estense, Nova Coop, Coop Liguria e Coop Centro Italia.

Il Sole 24 Ore di sabato ha rilevato che quando si raccolgono 10,8 miliardi di somme affidate da soci piccoli risparmiatori, “in gran aprte disinformati e inconsapevoli dei rischi che corrono” non ci si può affidare solo all’autodisciplina per fissare le regole. E dall’altra parte non esistono consorzi di garanzia ad hoc (gli stessi invocati inutilmente da Valdo Magnani nei primi anni ’80) perché sono ritenuti una strumento troppo costoso. Ma qualcosa si dovrà pur fare per mettere in sicurezza i soci prestatori: i tempi sono difficili per tutti anche per le imprese meglio gestite e più affidabili. Coop Nord Est riuscì nel 2007-2008 a salvare azienda e prestito dai risultati disastrosi di operazioni finanziarie in derivati che provocarono a perdite per centinaia di milioni. Situazioni come queste conferma l’assoluta esigenza di strumenti di tutela esterni alle stesse cooperative.

Una nuova speranza per i soci prestatori si profila con una sentenza della prima Sezione civile della Cassazione, che il 9 ottobre si è pronunciata sul vecchio crac della Cooperativa finanziaria Cofiri di Tarquinia, che fece danni in mezza Italia. In linea con i due pronunciamenti in primo grado e in appello, l’avvocato Paola Pampana, a nome 400 soci , ha ottenuto la condanna del Ministero della sviluppo economico a risarcire i prestatori. Ciò perché il ministero non esercitò in modo effettivo i poteri di vigilanza da parte dello Stato, come previsto dalla legge per le cooperative. La Suprema Corte, inoltre, ha accertato che “l’attività impropriamente svolta dalla cooperativa (Cofiri) era di raccolta del risparmio presso il pubblico, in violazione dello statuto e della legge”.

(Pierluigi Ghiggini)

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