di Pierluigi Ghiggini
Enrico Bini contestato a Cutro a margine del convegno su crisi, credito e coesione sociale al quale venerdì è intervenuto il presidente della Camera di commercio reggiana. Nel corso dell’incontro il giornalista Franco Aiello ha distribuito un volantino con toni forti e polemici (recante in calce la dicitura “sindacato autonomo nazionale stampa italiana”) nei confronti delle istituzioni reggiane “comuniste” e dello stesso Bini. Il volantino, datato 13 agosto, era già circolato nei mesi scorsi quale risposta a caldo a una serie di dichiarazioni del presidente della Camera di commercio pubblicate sul Quotidiano della Calabria qualche giorno prima (il 9 agosto).
Il testo (vedere la riproduzione sotto) accusa la “Reggio comunista” di disparità di trattamento verso le imprese cutresi, e di essere avida di tangenti: “Disfunzioni nel concedere le concessioni edilizie se non attraverso bustarelle sottobanco“. “I poteri forti locali – aggiunge Aiello – sono stati placati con il fallimento di centinaia di imprese… Le istituzioni reggiane comuniste non meritano la nostra stima, e nemmeno il silenzio dei cutresi che vivono a Reggio Emilia”.
In quanto a Bini, le invettive si sprecano: dal “borioso” al “malato di protagonismo”. E non manca neppure, con toni velatamente minacciosi, il riferimento a “scheletri nell’armadio”. Singolare l’ accusa di aver favorito nelle partite Iva “Siciliani e Campani a scapito dei Calabresi”. La conclusione è un invito a “preparare le valigie”: stesso concetto del grido “dimissioni, dimissioni” lanciato dall’Aier anni fa a Reggio.
Nel volantino ‘ndrangheta, mafie, cosche e ‘ndrine non vengono mai citati. Del resto queste parole sono rimaste fuori dalla porta del convegno: nessuno dei relatori le ha pronunciate, fatta eccezione per il presidente della Camera di commercio di Crotone (che ha parlato del protocollo antimafia firma con Reggio Emilia, Modena, Caltanissetta e adottato da Unioncamere nazionale) e naturalmente Enrico Bini, che ha concluso il convegno parlano proprio a tutto campo delle connessioni mafiose fra Reggio Emilia e la Calabria (e dei centri di potere di cui le imprese cutresi sono vittime) oltre che delle iniziative assunte a Reggio a sostegno dell’economia.
A conclusione del convegno di venerdì, Ajello e Bini sono riusciti a incontrarsi per alcuni minuti. “Sapevo delle posizioni di Ajello, ma lui non conosceva me – ha detto Bini a REP – Lui mi ha ribadito le sue posizioni, e tutto è finito lì.”
Il volantino, datato 13/8/2013, era già circolato nei mesi scorsi. Nel testo si fa infatti riferimento ad alcune esternazioni di Bini (che fecero molto discutere, anche qui a Reggio Emilia) riportate sul “Quotidiano della Calabria” il 9 agosto.
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La crisi, l’antimafia, il crac Fiere: intervista di Reggioreport.it a Bini. “Debiti Sofiser: aprire tutti i cassetti”
8/11 – Enrico Bini, presidente della Camera di commercio di Reggio Emilia, ormai agli sgoccioli del suo mandato, vuole chiudere in bellezza. E lo farà ancora una volta all’insegna dell’antimafia. Impegno che lo ha caratterizzato in questi anni a costo di farsi molti nemici, ma grazie al quale la Camera di commercio reggiana è diventata un esempio nazionale di lotta contro l’illegalità e la penetrazione delle mafie nell’economia.
Il 29 novembre Bini presenterà a Brescello (in pieno cratere di ‘ndrangheta) la seconda pare del rapporto della fondazione Caponnetto sulle mafie a Reggio: ci sarà il deputato Gianrusso del Movimento 5 Stelle. Pochi giorni dopo un altro evento a Campagnola, questo interamente dedicato all’agroalimentare.
Intanto domani, sabato, Enrico Bini rappresenta Reggio Emilia a Cutro a un convegno su crisi, credito e coesione sociale, con i dirigenti delle associazioni artigiane, il sindaco Migale e il presidente della Camera di commercio di Crotone Vincenzo Pepparelli. Tema scottante, perché sono centinaia gli artigiani di Reggio tornati a Cutro perché qui sono rimasti senza lavoro. Assente l’assessore Franco Corradini, che ha dato forfait per preparare l’arrivo a Reggio del ministro Kyenge (lunedì).
Presidente Bini, di cosa ha parlato al convegno di Cutro?
Ho riferito quanto ha fatto la Camera di commercio nel mio mandato per aiutare le imprese. In cinque anni abbiamo destinato 26 milioni di euro al sistema economico. Una cifra mai vista in passato: prima non si spendevano neppure i soldi disponibili. Dodici milioni ai consorzi fidi, 4,5 per l’internazionalizzazione delle imprese, 2,5 per l’innovazione, 1,2 per lo sviluppo di nuove imprese, 5,7 milioni per il territorio. A questi si aggiungono 750 mila euro di intervento straordinario per il terremoto e i 500 mila euro a favore delle imprese incappate nei grandi concordati. Naturalmente ho parlato anche di lotta alla ndrangheta, in particolare del nuovo sportello antiracket.
C’è chi fa un parallelo tra il suo viaggio di oggi e i viaggi elettorali a Cutro dei candidati sindaci nel 2009. Cosa risponde?
Una provocazione. Chiunque comprende che vi è alcun nesso tra quei viaggi elettorali e il mio. Forse qualcuno tenta di far ripartire la macchina del fango. Questo è un contatto utile, che aspettavamo da tempo, per collegare i nostri territori come del resto è previsto dal protocollo antimafia. Qualcuno dimentica che ho passato diversi giorni quest’estate proprio qui, in un campo di lavoro di Libera. E oggi sono ospite in una struttura confiscata alla ‘ndrangheta, insieme a un gruppo di ragazzi del Nord Europa arrivati per la raccolta delle olive. Il rapporto tra Libera e il sistema camerale oggi è forte, e non dovrà essere disperso.
Cosa pensa degli ultimi sviluppi sul frone della mafia a Reggio: la nuova inchiesta partita da Crotone, il sequestro di 3 milioni di beni a Francesco Grande Aracri, e soprattutto l’indagine Dda su mafie e politica?
Se si indaga, evidentemente gli inquirenti hanno riscontrato qualcosa. Il sistema mafioso ha accreditato persone chiave nel territorio reggiano e l’infezione si è spinta molto avanti. Sarebbe l’ora di pensare a come uscire da questa situazione a Reggio come a Cutro, purtroppo al di là della facciata esistono ancora parecchie zone grigie.
Mi dica di Fiere di Reggio. Qual è la posizione della Camera di commercio?
Una via d’uscita va trovata. Non si può continuare a litigare e bisogna dare risposte agli operatori che sono giustamente preoccupati. Bisogna confermare e garantire tutti gli eventi espositivi del 2014 e ricapitalizzare Crpa Eventi per metterla in condizioni di operare, separando gli eventi dalla patrie immobiliare. Come Camera di commercio inoltre confermeremo la fiducia al consiglio di amministrazione e anche ai professionisti che hanno preparato il concordato. E’ il momento di dire che il dissesto è stato provocato non dalla Siper, ma dai debiti della Sofiser. Anzi nei sei mesi post fusione gli amministratori Sofiser rimasti in carica hanno prosciugato la liquidità di Siper, generando i problemi con i fornitori.
Perchè si è proceduto comunque alla fusione in quelle condizioni?
La situazione debitoria di Sofiser non era emersa sino in fondo. E’ stato un errore lasciare in carica i vecchi amministratoriper sei mesi, lo avevamo detto come Camera di commercio, ma siamo rimasti in minoranza.
Cosa pensa del piano Muzzarelli?
E’ una transizione verso Fiere Emilia. Sfumata l’ipotesi Milano, che era un contatto concreto, vedremo quanta volontà reale esprimerà Parma, che potrebbe entrare con una quota di minoranza in Crpa Eventi.
La Provincia vuole l’uscita dal concordato…
Dobbiamo trovare una soluzione tra i soci reggiani: entro il 31 dicembre dovremo dire se le Fiere possono o no tornare in bonus. Un fatto è certo: bisogna far fronte a debiti per 4 milioni verso i fornitori e per 17 milioni verso le banche.
Come mai si è rotto l’asse con Sonia Masini?
Mah, non c’è mai stata una corsia preferenziale. La pensiamo in modo diverso anche sulla storia di Sofiser, che secondo me va chiarita sino in fondo. Non si può guardare avanti senza guardare anche a quello che è successo, e perché. Tutte le carte vanno tirate fuori dai cassetti.
Il suo mandato scade a dicembre. Cosa farà dopo?
A parte un incarico a Roma in Fitalag, il consorzio che vende servizi agli autotrasportatori, ho iniziato a occuparmi della società immobiliare dei fratelli.
E restare in politica?
Proprio no. A Castelnovo Monti qualcuno mi vorrebbe sindaco, ma non tocca a me dirlo. Ho bisogno di depurarmi dopo questa esperienza certamente positiva, ma che mi ha lasciato un po’ d’amaro in bocca.
(Pierluigi Ghiggini)
caterina Taglink
09/11/2013 alle 22:44
Ma veramente non so che scrivere a parole slno tutti bravi, in qjanto a Cutro e cutresi a RE per farli ricredere e ritor are sk deve dafe il buon esempio che ormai e’ scappato di mano I reggiani con le loro coop rosse,qui zi’ cbe ci sono degli scheletrk negli armadi