30/11. Correggio – Sarà forse perché è la stessa messa alla quale assistette Rolando quella mattina del 10 aprile 1945. Lui, giovane chierichetto di don Olinto Marzocchini si era alzato di buon’ora per servire la messa come faceva tutti i giorni nella sua parrocchia di San Valentino da quando la chiusura forzata del Seminario lo aveva costretto a casa. «Introibo ad altare Dei», aveva esordito don Olinto. «Ad Deum qui laetificat juventutem meam», aveva risposto Rolando poche ore prima di andare incontro al suo destino di martire. E oggi di Beato.
C’è un filo sottile che lega quel tragico, ma al fin della storia glorioso evento, e la messa in forma straordinaria che è stata celebrata a Correggio ieri sera, venerdì (le reliquie del Beato hanno fatto ingresso in chiesa nello stesso istante in cui il sindaco Iotti rassegnava le dimissioni…) su richiesta del gruppo stabile vicariale per la messa in latino “Beato Rolando Rivi”. E’ proprio la forma di un messale mai abolito, ma sdoganato pienamente da Benedetto XVI come forma straordinaria dell’unico rito romano. Da promuovere accanto alla cosiddetta forma ordinaria che oggi conosciamo e viviamo tutti i giorni.
Per rendere grazie di questa beatificazione il gruppo stabile, che nel Vicariato III, ha a cuore la promozione e la conoscenza della forma straordinaria dell’unico rito romano fin dal 2007, anno in cui organizzò una serie di conferenze pubbliche sul tema della cosiddetta messa tridentina e per sfatare miti e leggende nere sulla messa in latino e sul canto Gregoriano, ha chiesto ed ottenuto dal vicario Foraneo di poter venerare e baciare la reliquia “ex capillis” (da una ciocca di capelli) del seminarista martire.
Un dono dell’Arcidiocesi di Modena che ha acconsentito che la reliquia del Beato arrivasse in terra reggiana, prima a Rio Saliceto, poi a Correggio per la messa di venerdì cantata in forma solenne dal canonico don Rino Bortolotti e alla quale ha assistito (nella forma straordinaria non è prevista la concelebrazione) il vicario foraneo in rappresentanza del vescovo.
Don Carlo Castellini infatti ha portato in processione la reliquia, poi, prima della messa ha letto un messaggio del Vescovo Massimo Camisasca indirizzato al gruppo stabile: Nel testo il pastore reggiano dice di unirsi alla “celebrazione, alla Santa messa cantata da don Rino Bortolotti, in ringraziamento a Dio per il dono del Beato Rolando Rivi”. Il vescovo reggiano guastallese ha definito il dono di Rivi un regalo alla “nostra terra per la sua fede forte, essenziale e gioiosa. Il suo sangue non ci parla di vendetta, ma di perdono e nello stesso tempo ci invita a meditare il grande dono della fede ricevuta dai nostri padri e affidata a noi affinché abbiamo a testimoniarla e trasmetterla ai nostri figli”.
Soddisfazione è stata espressa dal portavoce del gruppo stabile Carlo Alberto Alberti per «la notevole partecipazione della gente: la chiesa era gremita, c’erano persone in piedi, non c’erano solo correggesi ma gente da tutto il vicariato e non solo. Molti erano i giovani e questo dimostra che la “Messa in latino” o meglio il “rito antico” o la “forma straordinaria del Rito Romano” non è per nulla un affare da anziani, che ricordano nostalgicamente i bei tempi della loro gioventù, ma può interessare anche le nuove generazioni».
Alberti ha riferito che «a quanto ci risulta questa è la prima Messa di una certa valenza pubblica, celebrata esplicitamente in onore di Rolando dopo la sua beatificazione: il fatto che sia stata “cantata” (la forma particolarmente solenne) ed in rito antico (che è la forma alla quale lui stesso si accostava giornalmente) è motivo di ulteriore gioia».
Il gruppo stabile ha poi ringraziato il cerimoniere, i ministranti (che fin dal giorno della beatificazione sono stati messi sotto la speciale protezione del beato di San Valentino), i cantori. «Un grazie di cuore a don Rino Bortolotti, che ha rispolverato la sua ben nota passione per la lingua latina e ha dimostrato il suo amore per la liturgia ben celebrata, e a don Carlo Castellini, che si sta dando da fare in questi giorni in mille modi per fare conoscere la figura del Beato Rolando nel nostro vicariato e ci ha portato la sua reliquia, perché potessimo venerarla».
Infine «un’altra menzione particolare a Paolo Tollari, organaro modenese, che ha ancora una volta messo a disposizione un organo portativo di sua produzione, dalla voce dolcissima ed al tempo stesso potente. Ma il ringraziamento più grosso va al nostro Vescovo Massimo, che, con un biglietto autografo di vicinanza ai presenti e di benedizione, ha espresso alcuni toccanti pensieri sul beato Rolando e sul nostro dovere di testimoniare la fede ricevuta dai nostri padri e di trasmetterla alle future generazioni».