Ha il senso di una sfida “in partibus infidelium” la manifestazione organizzata dalla Camera di commercio e dal comune, venerdi 29, a Brescello, per la presentazione del nuovo rapporto sulle mafie in Emilia elaborato dalla fondazione Antonino Caponnetto. L’appuntamento è alla Sala Prampolini (centro culturale San Benedetto) alle 21. Partecipano il sindaco di Brescello Giuseppe Vezzani, il senatore Mario Giarruso, Renato Scalia della fondazione Caponnetto, il giornalista Claudio Meneghetti, il presidente della Camera di commercio Enrico Bini e Salvatore Calleri presidente della fondazione. Una sfida, dicevamo nel cuore stesso della Bassa di ‘ndrangheta, dove spadroneggiano i clan, soprattutto i Grande Aracri, che hanno fatto fortuna con l’edilizia e il movimento terra.
Per Brescello è un’occasione e una scommessa, perchè l’omertà e l’intimidazione sono pratiche diffuse (anche se sono sempre di più i giovani che hanno il coraggio di sfidare questo clima a viso aperto). Lo è tanto più dopo gli ultimi fatti che hanno coinvolto Francesco Grande Aracri, fratello del boss Manuzza.
Dopo il recente sequestro di beni e conti correnti per tre milioni di euro a lui intestati (il primo sequestro preventivo in Emilia per fatti di ‘ndrangheta, chiesto dalla Dda di Bologna e confermato dl Tribunale di Reggio), Francesco Grande Aracri, 59 anni, è stato denunciato insieme ai due figli Paolo e Rosita, a Francesco Spagnolo e Simona Croci per l’occupazione abusiva sistematica di un’area demaniale (sotto un viadotto della Cispadana, in via Breda Vignazzi alla periferia del paese) con una grande quantità di attrezzatura e macchine da cantiere. A Francesco Grande Aracri è contestata anche l’aggravanta di aver commesso il fatto mentre era sottoposto a misure di prevenzione antimafia. Tutta l’area, sotto il ponte della Cispadana, era stata recintata.
Il fatto che nessuno in apparenza si fosse accorto di questo abuso la dice lunga sul clima esistente nella zona di Brescello. Al Carlino Reggio il sindaco Giuseppe Vezzani ha dicharato che «quell’area non è di competenza comunale. Un tempo era dell’Anas, ora credo che sia passata alla Provincia, che è responsabile della stessa arteria viaria. Di occupazioni irregolari di suolo pubblico non ne ricordo. E di segnalazioni in merito non credo che ne siano arrivate».