L’Emilia ancora la centro del traffico clandestino di animali da compagnia. E l’antica maledizione del “caso beagles” continua a perseguitare Reggio. La Squadra mobile ha perquisito l’abitazione di un commerciante di Correggio nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura di Padova, che ha portato a individuare un’organizzazione dedita all’importazione illegale a scopo di lucro di cani e gatti dall’Ungheria. Presso il commerciante correggese, indagato insieme ad altre quattordici persone, sono stati sequestrati otto animali, e sarebbero emersi “elementi utili all’indagine”.
L’inchiesta era partita dalla denuncia di alcuni cittadini padovani che avevano acquistato cuccioli su siti online, rimanendo vittime di truffe. Così la Squadra mobile di Padova, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Padova Benedetto Roberti, in collaborazione con i colleghi reggiani, ha fatto luce sulla banda. I cuccioli arrivano in Italia su autoarticolati in condizioni tremende: nel corso dei lunghi viaggi vengono sottoposti a maltrattamenti e trasportati senza rispetto delle norme igieniche, senza alcuna documentazione sanitaria. Alcuni cuccioli, muoiono durante il trasporto, anche per malattie congenite.
Numerosi cuccioli sono stati sequestrati in tutta Italia mentre sono state eseguite perquisizioni domiciliari anche a Padova, Bologna, Mantova, Grosseto, Firenze e altre città dell’Emilia Romagna.
Decine i cuccioli senza microchip, in pessime condizioni di salute, rinchiusi in gabbie e in un container. Denunciate quindici persone, legate a vario titolo all’organizzazione, tra le quali anche alcuni personaggi di spicco nell’ambiente degli allevatori, insospettabili veterinari e autotrasportatori. Contestate, oltre all’associazione a delinquere, vari delitti in materia di falsificazione di documentazione, frode in commercio, truffa, maltrattamento di animali e traffico illecito di animali da compagnia.
L’Enpa: preoccupa per il coinvolgimento di veterinari
«Nel ringraziare le forze di polizie ed il Pubblico Ministero che hanno reso possibile l’operazione di contrasto al gravissimo fenomeno dell’importazione illegale di cuccioli dall’Est Europa, non possiamo che esprimere grande preoccupazione per il presunto coinvolgimento di alcuni veterinari» Lo ha dichiarato l’Ente Nazionale Protezione Animali che prosegue: «è inquietante pensare che chi dovrebbe battersi per tutelare la salute degli animali possa essere coinvolto in un traffico che, oltre a causare atroci sofferenze ad altri esseri viventi, si conclude spesso con la loro morte. Auspichiamo che queste siano soltanto ipotesi ma, se il successivo corso del procedimento giudiziario dovesse confermare tali responsabilità, non mancheremo di chiederne la radiazione dall’ordine, come già abbiamo fatto in altre circostanze».
«Naturalmente – prosegue l’Enpa – il nostro ufficio legale sta seguendo la vicenda e sta studiando le iniziative da assumere perché tali reati siano puniti con pene esemplari».