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Bufera in Regione, partiti nel mirino
Rimborsi ai consiglieri: i nove capigruppo indagati per peculato
Nelle spese scontrini di phon e “bisognini”

Tutti i nove capigruppo dell’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna (nessuno escluso) sono indagati per peculato, a causa dei rimborsi riconosciuti ai consiglieri per presunte spese improprie o di carattere personale. Si tratta dei capigruppo di Pdl, Pd, Lega, Idv, M5S, Udc, Misto, Fds e Sel-Verdi. Fra gli indagati, secondo logica, in quanto capigruppo, figurerebbero anche i reggiani Liana Barbati e Matteo Riva, i quali però – ad oggi, come i loro colleghi – dicono di non avere ancora ricevuto alcuna comunicazione al riguardo.

“Non confermando i nominativi delle persone iscritte nel registro degli indagati – ha dichiarato il procuratore aggiunto e portavoce della Procura di Bologna Valter Giovannini – ribadiamo che le indagini servono proprio a capire quello che può essere successo”.

L’indagine della Procura di Bologna, condotta dalle pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari, sulle spese dei partiti in Regione è ormai alle battute finali. Sono stati iscritti i capigruppo nel registro degli indagati perché erano loro a firmare i rendiconto contenenti gli esborsi ritenuti illeciti, ma presto le spese dovrebbero essere contestate ai singoli consiglieri.

Nel mirino della procura ci sono gli acquisti effettuati coi soldi pubblici destinati ai partiti. E tra questi figurerebbero anche scontrini (ovviamente da farsi rimborsare) per l’utilizzo di bagni pubblici, dal valore di circa 50 centesimi.

A quanto si apprende, tra le 39mila voci di spesa all’attenzione degli inquirenti ci sono anche, come acquisti rendicontati dai gruppi, un asciugacapelli, un divano-letto, alcune bottiglie di vino da oltre 100 euro, salumi, frutta e verdura, diverse penne, tra cui una da 500 euro e pacchetti di caramelle.

“Le spese di rappresentanza nel 2011 – scrive Il Giornale – vedono in testa il Pdl, con 87mila euro, seguito dalla Lega Nord con 43mila euro e il Pd con 23mila. I democratici invece sono i più spendaccioni in tema di consulenze e collaborazioni, totale spesa: 164mila euro”.

Intanto da ieri la Guardia di Finanza è tornata in Regione, su delega dei magistrati, per acquisire i documenti relativi a consulenze per centinaia di migliaia di euro.

Codacons Emilia-Romagna si costituirà parte civile
nel procedimento per peculato

Il CODACONS plaude alla iniziative della Magistratura «che, senza differenza alcuna, sta indagando nei confronti di tutti i gruppi in Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna relativamente ai soldi da essi spesi». E annuncia che si costituirà parte civile nel procedimento di peculato. Inoltre chiede le dimissioni dell’intero consiglio regionale «in caso di rinvio a giudizio dei capigruppo».

«Se dovesse emergere che in effetti delle somme sono state utilizzate per scopi estranei alle finalità istituzionali dei gruppi consiglieri – si legge in una nota di stamani – il Codacons  si costituirà parte civile nel procedimento penale che ne dovesse scaturire, come del resto ha già fatto nel procedimento penale a carico dei capigruppo della Regione Lazio (caso Fiorito) dove il Tribunale Ordinario di Roma, nel procedimento penale n.44714/12, ha ammesso, con provvedimento del 21 febbraio 2013, la costituzione di parte civile del CODACONS sulla base della considerazione del fatto che tra i fini statutari del CODACONS rientra all’art.2 nr 4 proprio quello di “ procedere alla costituzione di parte civile nei processi penali per reati…[…]…..l’associazione in particolar modo intende tutelare, a titolo esemplificativo, anche mediante costituzione di parte civile, i consumatori, gli utenti, i contribuenti ed i risparmiatori da ogni forma di frode e di reati che offendono, oltre agli interessi che persegue, anche la salute, l’istruzione l’ambiente, gli animali, i beni storico archeologici, paesaggistici, il buon andamento dei mercati mobiliari, immobiliari, e finanziari, il buon andamento della pubblica Amministrazione, l’incolumità pubblica, la fede pubblica, l’economia pubblica, l’industria, il commercio.”: per tali motivi il Tribunale di Roma ha ritenuto sussistessero tutti i requisiti di sostanza e di forma: “vantando pertanto il CODACONS sia l’interesse che la legittimazione ad agire si deve ritenere pacificamente ammissibile la costituzione di parte civile”.

Il CODACONS pertanto, che ha come sua nota peculiare rispetto alla altre principali associazioni di consumatori, quella di non essere costola di alcun sindacato o partito, si attiverà, in caso di rinvio a giudizio dei consiglieri regionali, per ottenere la decadenza dell’intero consiglio e andare così a nuove elezioni regionali da tenersi in concomitanza con le elezioni Europee.

Il CODACONS si dichiara inoltre sin da oggi disposto ad ospitare, presso la propria sede regionale di Bologna, a titolo di servizio sociale alternativo al carcere, tutti i consiglieri che verranno condannati, (così come si è reso disponibile a fare altrettanto con Silvio Berlusconi), affinché lavorino gratis a favore dei consumatori».

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