Odissea Fiere 1 Parla la Masini
“Disponibile a un confronto ma chiedo correttezza” (“Da Milano mai una proposta, la proprietà dei capannoni resti alle Fiere”)

L’intervento di Sonia Masini

“Chiedo trasparenza e informazioni corrette sulla vicenda Fiere, sono disponibile a un incontro congiunto fra tutti e, se necessario, a un confronto pubblico.

Si dice che si sarebbe interrotta la trattativa con Milano, ma non è mai stata portata una proposta credibile ai soci. Anche se volentieri avremmo discusso un piano industriale attendibile e possibili accordi da sottoscrivere nero su bianco, con tempi e modalità concrete!

Cosa potrà mai trattare Fiere Reggio Emilia con Milano o chiunque altro se non avrà la proprietà dei capannoni dove svolgere le fiere stesse? Considerando, inoltre, che non gestisce direttamente attività, ma organizza fiere per conto di altri operatori, proprio in virtù della proprietà dei luoghi.

Se le aree su cui insistono i capannoni dovranno essere vendute all’asta da parte del Tribunale, il sistema Reggio sarà in una posizione di totale subalternità verso qualsiasi possibile socio esterno.

Perché indebolire Reggio Emilia che invece può trarre vantaggio dalla straordinaria presenza della fermata Mediopadana?

E’ questo uno dei motivi che hanno indotto Provincia e Comune di Reggio Emilia a chiedere al cda di Fiere Reggio di far sospendere la procedura di concordato e tale atto non interrompe trattative sulla gestione delle Fiere, anzi le rafforza.

Altro aspetto, non secondario, è dato dalla differenza consistente tra le due perizie di valutazione dell’area: 21,6 milioni quella del cda Fiere, 36 milioni quella del Tribunale. Perché?

Il cda presieduto da Lisa Ferrarini si è insediato a giugno 2012 e già a settembre si è iniziato a lavorare alla procedura di concordato. Si poteva da subito trattare con le banche per la possibile ristrutturazione del debito, coinvolgendo pienamente tutti i soci. Ma anche quando le banche hanno aderito, dopo l’intervento di Provincia e Comune, si è proseguito con una procedura che di fatto porta in fallimento la società.

Quel capitale deve ritornare in mano pubblica, perché ha un valore strategico che va oltre le Fiere stesse, nel luogo di maggior pregio della provincia, dove si deve contrastare ogni tentativo di speculazione e favorire investimenti di eccellenza. Perciò ognuno dovrà fare la propria parte”.

(Sonia Masini, presidente della Provincia di Reggio /Da “Carlino Reggio”)

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La nota di Giacomo Giovannini

“Fiere Reggio, crisi deriva da copertura Sofiser e stallo decisionale”

“Ben prima della fusione tra Siper e Sofiser anche la Camera di Commercio sapeva di dovere compiere una scelta tra continuità dell’esercizio fieristico e valorizzazione patrimoniale dell’area della fiera. Era scritto a chiare lettere in un rapporto commissionato dalla stessa nella primavera 2011.

L’assenza di una decisione strategica chiara, quindi di un piano industriale e a cascata di un credibile piano urbanistico su quell’area, ha contribuito in modo determinante alla situazione attuale.

Va infatti ricordato che da quando i soci pubblici deliberarono la fusione nel giugno 2011, passarono molti mesi prima che si definisse l’equilibrio della governance, e va ribadito che a tutt’oggi non è mai stato presentato un piano industriale della società e che conseguentemente nel POC di Reggio, prossimo all’adozione, non entrerà nulla che riguardi Fiere di Reggio Emilia.

I soci pubblici sapevano che la prospettiva di semplice riqualificazione dell’attuale conformazione dell’area fieristica avrebbe reso difficile lo sviluppo dei circa 45mila metri di volumetrie ancora da costruire sulla stessa, con la conseguenza di dovere esaminare una possibile svalutazione del valore dell’area.

In questo caso che dunque nulla ha che vedere con la crisi, sarebbe però emerso come la rivalutazione dei valori dell’area operata nel 2008 fosse finalizzata unicamente a coprire le “magagne” della gestione politica del Pd in Sofiser.

L’alternativa invece di valorizzazione dell’area con dismissione (anche graduale) dell’attività fieristica avrebbe consentito al contrario un più che significativo apprezzamento dell’area.

Lo stallo e le incertezze decisionali, l’assunzione di un Direttore ante fusione ed il successivo licenziamento dei lavoratori che si occupavano della gestione fieristica e il peso debitorio di Sofiser sono risultati un mix fatale per le Fiere.

Una terza possibilità intermedia, ossia quella di rivedere parzialmente l’assetto urbanistico dell’area fiera, finalizzato a sviluppare le potenzialità edificatorie ancora da realizzare in un dialogo pubblico e trasparente con gli operatori economici e valorizzando l’attività fieristica con una partnership forte, non pare essere stata considerata.

Le responsabilità (della situazione di dissesto – ndr) sono quindi da ripartire equamente tra i soci pubblici, ma la responsabilità principale è quella politica del Pd”.

(Giacomo Giovannini, capogruppo “Progetto Reggio” in Comune)

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