“In mezzo a decine di palazzi e soffocata da un traffico impazzito eccola qui la nuova frontiera degli aspiranti camici bianchi italiani: l’università, privata e di diritto albanese Nostra Signora del Buon Consiglio.
È proprio qui, in questo insieme di edifici nuovi e in ristrutturazione, che 596 ragazzi, tutti del nostro Paese, si sono presentati ieri per il test di ammissione alle facoltà di Medicina e Odontoiatria e protesi dentaria. Sessanta domande di scienze, un’ora di tempo. Niente quesiti di cultura generale. E il voto del diploma vale eccome: fino a 30 punti (su 90). La prossima settimana toccherà a Fisioterapia e Infermieristica. Fuori, ad attendere i futuri medici che avranno il passaporto italiano ma un ciclo di studi albanese, i genitori. In ansia forse più dei figli e alle prese con una realtà che, per qualcuno, «è decisamente difficile da digerire. Ma bisogna sopportarla, perché questa è l’ultima spiaggia». Daniela, arrivata da Napoli assieme al figlio che vorrebbe fare il dentista, prima non si dà pace: «È una vergogna, lo Stato costringe i nostri ragazzi ad andarsene via». Poi chiede nei corridoi: «Chi devo pagare per far passare mio figlio?».
Fallita l’ammissione in Italia in centinaia hanno varcato l’Adriatico per iscriversi alla Nostra Signora del Buon Consiglio, l’unico ateneo del posto che rilascia lauree congiunte con alcune università del nostro Paese, Tor Vergata su tutte. Funziona così: ti immatricoli a Tirana, passi gli esami (nella nostra lingua) e alla fine avrai un pezzo di carta — spiega il rettore Paolo Ruatti — «che è anche una laurea italiana, quindi non c’è bisogna di farla convalidare»…”
(dal Corriere della Sera:
la corsa degli studenti bocciati in Italia per laurearsi in Medicina in Albania)