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La pizza mangiala per strada. Il Tar vieta i tavolini

Vuoi un pezzo di pizza? Fatti tuoi se un paio di euro devono bastarti per mangiare. Fattela incartare e addentala per strada. Con una sentenza, il Tribunale amministrativo regionale dell’Emilia-Romagna, sezione di Parma, ha dichiarato inammissibile il ricorso di tre titolari di altrettante pizzerie da asporto, che impugnavano insieme tre distinte ordinanze, emanate dal Comune di Reggio Emilia, con le quali si disponeva la cessazione dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande in quei locali, perché esercitata in assenza dell’autorizzazione prescritta (prevista dalla legge regionale 13 del 2003).

In sostanza – spiega una nota diffusa dal Comune di Reggio – «nelle tre pizzerie da asporto si somministravano, senza la specifica licenza, alimenti e bevande in maniera “assistita”, ovvero con forme di servizio alla clientela, ai tavoli, che risultavano apparecchiati.

Il Tribunale, ha altresì condannato i ricorrenti al pagamento delle spese di giudizio, che ha liquidato in 4.000 euro, nonché al pagamento di una sanzione per “lite temeraria” (ex articolo 26, comma 2, Cpa). Le tre ordinanze erano state emanate a seguito di ispezioni nei locali e di verbali di accertamento e contestazione della violazione amministrativa, redatti della Polizia municipale.

Contro quest’azione, i titolari degli esercizi commerciali proponevano cumulativamente un ricorso, contestando la legittimità dei provvedimenti comunali, sulla base però, si legge nella sentenza, “di censure non pertinenti, non adeguatamente specificate e formulate disorganicamente”.

L’Amministrazione comunale resistente si costituiva in giudizio eccependo in via preliminare “l’inammissibilità dell’impugnazione cumulativa” ovvero l’impugnazione delle tre distinte ordinanze tutte insieme, nonché l’inammissibilità del ricorso “per omessa specificazione dei motivi e per carenza di interesse” e contestava nel merito le tesi dei ricorrenti, ribadendo i motivi delle ordinanze. Tesi difensiva accolta appunto da Tar, con la sentenza emessa in questi giorni».

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