Archivi

Memo del grande Ambrosetti. Due o tre cose che so di Brutazio

di Cesare Cattani

Negli anni in cui Giancarlo Ambrosetti ai Civici Musei di Reggio stava costruendo una squadra di collaboratori, volontari, appassionati ecc. di cui parla Cassone ( James, Attilio, Mauro ecc.) c’ero anch’io. Mi occupavo ovviamente di tradizioni popolari. Fu con lui che iniziai le mie  ricerche sul campo. Registrammo insieme Pietro Borettini “Pédèr” a Viadana (c/a ) 1969/70 poi “Al Gropp”, all’ Osteria delle Dame a Bologna con Guccini.  Io cominciai poi un rilevamento fotografico dei cippi votivi, delle maestà, dei tempietti della devozione popolare nella provincia. Cominciammo anche a raccogliere incisioni discografiche.  Dopo due, tre, forse quattro anni ci si rese conto che quella disciplina , almeno nella parte etno musicale, era più consona al Peri che al museo. Proponemmo al Peri, allora diretto da Gentilucci, di prendere in mano  materiali e il lavoro di ricerca. Al Peri non interessò. Quel materiale rimase in museo.

Ambrogio mi aveva destinato una stanza al secondo piano della Parmiggiani, dove tenevo i materiali raccolti ( e pure, per motivi di studio) alcuni miei personali. Poi io andai militare e in museo fu assunto come bibliotecario un certo Rossi che, in quel periodo di mia assenza (’72, ’73) catalogò tutto come proprietà del museo. Così che tutti i dischi e parte delle registrazioni sono finiti al Peri , ma solo 10 anni fa. Le altre registrazioni le avevo depositate a Istoreco ( depositate, non conferite). Sono quelle poi finite anch’ esse, a mia insaputa , al fondo Vezzani del Peri.
E’ stato detto  che Ambrosetti continuò a collaborare con diverse istituzioni dopo il suo “prepensionamento”. Non è vero. Era stato letteralmente e volutamente emarginato e dimenticato. Io lo vedevo spesso e posso testimoniarlo. Nei mesi immediatamente successivi alla defenestrazione gli fu inventato un incarico di “consulente del sindaco” per le questioni museali o archeologiche (non ricordo), con una scrivania nell’ edificio ove ora sta la Biblioteca delle arti.

Lui andò in depressione. Si mise in malattia e attese i pochi mesi che lo dividevano dalla pensione. Quando lo fecero fuori io provai a sondare una serie di amici per raccogliere delle firme per una pubblica dichiarazione di solidarietà verso di lui. Aderì solamente “Gegè” Maggiolini, dell’ ufficio cinema. Eravamo un po’ pochi …
Invece, forse più interessante, è questa storia. Intorno al ’99, 2000 la Fondazione Sarzi languiva. Non si riusciva a cavare un ragno dal buco. Avevo coinvolto l’ Istituto dei Beni Culturali della Regione allora diretto da Nazareno Pisauri, ma le cose andavano di una lentezza esasperante.

I burattini di Otello marcivano nei sotterranei delle ex scuole elementari di Bagnolo. Proposi a Otello di affidare il lavoro di supervisione scientifica a Brutazio  Ambroeus. Otello ne fu entusiasta. Io e Ambrogio andammo a Bologna da Nazareno, il quale ne fu a sua volta entusiasta perché non vedeva luce, soluzione, allora,  nel rapporto con la fondazione. Pisauri incaricò Ambrosetti della supervisione scientifica del lavoro della fondazione per conto dell’ IBC. In sostanza Ambrosetti doveva seguire tutto il lavoro della fondazione Sarzi per conto dell’ IBC, curare un progetto espositivo museografico. Ambrosetti accettò a titolo gratuito. Rifiutò anche i rimborsi kilometrici. In quel periodo doveva essere rinnovato il cda della fondazione (di cui facevo parte). Io informai della nomina di Ambrosetti chi di dovere. Naturalmente Otello. Facemmo anche una ricognizione dei materiali insieme, io, Otello e Ambrosetti, nei sotterranei delle scuole. Ambrosetti, a parte, per non ferire Otello, mi disse che a suo parere l’ 80% del materiale non era recuperabile. Poi Otello, poco dopo, si dimise dalla sua fondazione. Io mi dimisi a ruota. Poco tempo dopo   Otello morì.  Il cda della fondazione venne naturalmente rinnovato. Nessuno – letteralmente – della fondazione prese mai contatto con Ambrosetti. Poi anche Pisauri fece la fine di Ambrosetti. Tutto finì nell’assoluto nulla.

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *