10/8/2020 – La Regione Emilia-Romagna deve fare chiarezza sulla mattanza avvenuta nei mesi dell’epidemia Covid in molte case per anziani (ma non tutte), e per questo il Codacons e i Comitati famiglie delle vittime chiedono che siano resi noti documenti sino ad oggi “secretati” o comunque mai resi pubblici, relativi a entità e sequenza del disastro. Sta di fatto che in questi mesi numerosi famigliari si sono visti negare dalle istituzioni i documenti richiesti: un atto d’accusa in piena regola soprattutto nei confronti della Giunta regionale, che infatti continua a tenere nel cassetto i dati complessivi e disaggregati sui decessi nelle strutture per anziani.
Per questa ragione le famiglie, assistite dall’associazione di tutela guidata dall’avvocato Barbieri di Bologna, stanno presentando le necessarie richieste di accesso agli atti, che dovranno essere soddisfatte entro 30 giorni come vuole la legge.
Ai comitati e al Codacons, che hanno reso nota la loro posizione con un documento congiunto, ha replicato oggi l’assessore regionale alla Salute Raffaele Donini, che nega l’esistenza di atti secretati e ribadisce la piena disponibilità al dialogo con le famiglie.
In un comunicato congiunto, i Comitati dei Familiari delle Vittime Covid ed il CODACONS Emilia Romagna (a cui diversi familiari sono associati in tutta la Regione) riferiscono di “aver continuato ad incontrare dopo i Verdi anche altri gruppi consiliari tra cui Fratelli d’Italia, la Lega ed i Grillini. Da tali incontri è emersa un’ importante disponibilità ad affiancarci nella ricerca della verità circa quanto accaduto in questi mesi”.
“Ad oggi sono ancora oltre 4.000 i parenti delle vittime del Covid , tra cui molte decedute in strutture del sistema sanitario o delle RSA e CRA – si legge nella nota – che attendono di avere delle risposte e soprattutto giustizia. Nel frattempo appare sempre più chiaro, anche nell’ambito delle RSA e delle case di riposo, che non tutte queste strutture si sono trasformate nei mesi scorsi , in luoghi di contagio e di morte.
In diverse strutture sparse sul territorio regionale, non solo non si sono registrati decessi, ma neppure dei casi di contagio, dimostrando così che il contagio e la morte non erano fatti ineludibili per chi era ricoverato in dette strutture. La qualità della gestione e l’attenzione dei dirigenti di alcune di queste strutture, ha reso possibile il contagio “zero”, mentre nelle stesse settimane in altre strutture socio assistenziali , i contagi ed i decessi si contavano a decine ed in alcuni casi a centinaia.
E’ necessario quindi che si faccia chiarezza su quanto accaduto, ma tale sforzo è reso arduo dal mancato rispetto dei diritti di accesso agli atti presentati dai singoli cittadini e del rispetto delle prerogative dei consiglieri regionali e comunali. Costoro infatti si sono visti negare le richieste in termini di risposta alle competenti istituzioni a fronte di richieste di produzione di documenti e di relazioni su quanto accaduto.
In qualche modo a livello regionale e comunale si è registrata nei fatti una sorta di duplicazione della secretazione applicata in modo illegittimo dal Governo fino a pochi giorni or sono, dai verbali del comitato tecnico scientifico, ai documenti e alle ispezioni prodotti in ambito comunale di azienda sanitaria e di Regione Emilia Romagna.
Non è questa una nostra sensazione – continua il documento congiunto – ” quanto piuttosto il riscontro datoci in tal senso dei consiglieri regionali che abbiamo incontrato in queste settimane, che di fatto hanno tutti lamentato lo svuotamento ed il mancato rispetto delle loro prerogative, non vedendosi dare alcun riscontro a tutte le domande di accesso agli atti ed interrogazioni in materia di Covid presentate nei scorsi mesi. Tutto ciò senza che il Presidente della Regione e la Presidente del Consiglio Regionale siano intervenuti o quanto meno intervenuti in modo risolutivo per ripristinare i diritti dei cittadini e dei consiglieri, senza attendere l’intervento della Magistratura”.
“Ieri il CODACONS (e così nei prossimi giorni i comitati dei familiari vittime Covid e degli anziani ancora ricoverati nelle strutture che ai comitati stanno aderendo ) ha inoltrato alla Regione Emilia Romagna un’ istanza di accesso agli atti , confidando che venga rispettato nei 30 giorni, il diritto di accesso, chiedendo ai singoli Consiglieri regionali già incontrati di inoltrare analoghe istanze di accesso e promuovere interrogazioni aventi analogo contenuto .
Concludono i Comitati familiari vittime Covid e il Codacons Emilia-Romagna: “Qui nessuno vuole puntare il dito accusatorio contro qualcuno in particolare, a meno che non vengano violate le regole del nostro ordinamento democratico”.
L’ ASSESSORE DONINI: NON ABBIAMO SECRETATO NULLA, SEMPRE PRONTI AL DIALOGO CON LE FAMIGLIE.
10/8/2020 – “Non solo non abbiamo secretato nulla: io e la vicepresidente Schlein abbiamo già ricevuto e incontrato chi ne ha fatto richiesta, senza mai nascondere niente”. Così l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, risponde al Comitato dei familiari degli anziani deceduti per Coronavirus nelle Rsa dell’Emilia-Romagna che, insieme al Codacons, accusa la Regione di aver secretato gli atti sulle case di riposo.“Da parte nostra- ha aggiunto l’assessore- continueremo nel dialogo, come stiamo già facendo, con molti familiari di persone decedute nelle Cra. Dunque- conclude Donini- non c’è assolutamente nulla che la Regione possa né voglia nascondere”.
Resta il fatto che oggi solo negli uffici regionali, e probabilmente nelle direzioni delle Ausl si conoscono le cifre in dettaglio dei morti per Covid nelle residenze protette e nelle case per anziani dell’Emilia-Romagna.
La richiesta di accesso agli atti del Codacons appare quindi quanto mai pertinente.
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