12/3/2019 – “A Fabbrico siamo in presenza dell’ennesima moschea mascherata da centro culturale islamico”? A chiederselo è il deputato di Forza Italia, Galeazzo Bignami, che interviene a seguito della notizia della concessione dell’autorizzazione per lavori di manutenzione straordinaria di una ex officina destinata a sede del centro culturale Madni, in centro a Fabbrico.
“Ormai la storia si ripete sempre con le stesse modalità – dice Bignami -. Con la scusa del centro culturale islamico, in realtà si apre una vera e propria moschea, un luogo di culto che non è disciplinato da nessuna normativa. E siamo alle solite: si chiedono diritti ma senza doveri. In Italia, è bene ribadirlo, la confessione islamica è l’unica che non riesce a stipulare una Intesa con lo Stato Italiano secondo le norme costituzionali. E’ chiaro che questo ‘limbo normativo’ fa comodo a qualcuno. Ma non si può andare avanti così”.
“Quando il centro sarà diventato una moschea – perché il sospetto è legittimo -, chi garantirà i controlli? Chi assicurerà che vengano rispettate le norme sugli spazi, sulla capienza massima consentita? Chi sarà chiamato a guidare la preghiera?”, prosegue il deputato.
“Voglio ricordare che a fine 2017 la Regione Emilia-Romagna ha promosso il primo censimento dei centri culturali islamici, non senza difficoltà, individuandone sul territorio regionale ben 176, concentrati soprattutto nelle province e nella città metropolitana di Bologna. A Reggio Emilia ne sono stati censiti 22 e dallo stesso studio si evidenza che l’attività di preghiera viene regolarmente svolta in questi centri, senza alcuna regolamentazione e con criticità sotto il profilo urbanistico e della sicurezza. Qui le cose devono essere chiare: se quello che deve nascere è un centro culturale, allora non è una moschea. E se vi si svolgono attività di culto, devono essere regolate da norme diverse da quelle che riguardano le associazioni. Ho presentato da tempo una proposta di legge per prevedere vincoli precisi rispetto a queste attività. Tra questi, anche l’obbligo di comunicare alle Prefetture competenti le generalità dei soggetti abilitati a condurre e celebrare il rito religioso nonché l’obbligo di comunicazione tempestiva in caso di variazione dei soggetti stessi”, conclude Bignami.