13/5/2016 – Una banda di cinque georgiani, delinquenti tecnologicamente attrezzati, è finita in manette grazie a un’operazione congiunta della Squadra Mobile di Reggio Emilia e del Reparto prevenzione crimine, che ha anche recuperato il cospicuo bottino di un colpo avvenuto in una casa di via Roncaglio a Bologna.
La banda era sepcializzata nei furti in appartamento, ed era in grado anche di costruire chiavi capaci di aprire anche le serrature di ultima generazione: avevano tutta l’attrezzatura, oltre a modelli di chiavi e relativi cilindri, e anche il necessario per la valutazione gemmologica di diamanti e altri preziosi.
Tutto è cominciato martedì mattina quando gli agenti hanno intercettato nel centro di Reggio un’auto segnalata come sospetta da un cittadino a Rovereto, e via via segnalata da diverse Questure del Nord come il mezzo in uno a tre georgiani con una sfilza di precedenti in materia di reati contro il patrimonio. La Polizia si è messa sulle tracce della macchina seguendola sino a Bologna, dove si ferma in via Roncaglio. Là si avvicinano tre giovani che consegnano una borsa arancione ai due a bordo dell’auto, e se ne vanno.
A quel punto i poliziotti si dividono i compiti: poco più tardi a Bologna fermato i tre che, come si capisce dai biglietti ferroviari in loro possesso, vivono a Reggio: sono Otar Gigiadze di 31 anni, Daviti Lohtadze di 28 e Demuri Igmidava di 26. Hanno con loro degli attrezzi da scasso.
Nel frattempo gli altri agenti continuano a seguire la macchina che rientra a Reggio non in autostrada ma per la via Emilia. A bordo ci sono Giorgi Tchulujhadze di 36 anni e il presunto capobanda, Maruka Arsenidze di 49 anni, soprannominato Arsenio per l’assonanza col cognome che ricorda Arsenio Lupin. Vengono fermati in via Bacone a un posto di blocco che i due cercano di evitare, ma vengono arrestati subito dopo. Alla vista della pattuglia gettano dal finestrino la borsa arancione, che viene subito recuperata: dentro c’è un computer portatile, mentre dall’auto saltano fuori gioielli e camicie.
Ma il grosso di preziosi, orologi e altra refurtiva viene ritrovato nelle abitazioni reggiane dei banditi. Ci sono anche gli attrezzi per costruire le chiavi di serrature teoricamente inviolabili e il necessario per la valutazione dei preziosi. Insomma, dei veri professionisti che riducono i rischi al minimo e non si affidano al primo ricettatore che capita. Dietro, evidentemente, c’è un’organizzazione in grande stile. Vedremo dove arriveranno le indagini.
Intanto il questore Isabella Fusiello esprime soddisfazione per gli arresti: “Dall’inizio dell’anno siamo a quota diciotto arresti di ladri che colpiscono le abitazioni: un reato odioso che colpisce l’intimità delle persone. Siamo soddisfatti anche perchè abbiamo potuto restituire la refurtiva ai legittimi proprietari.