27/12/2015 – Presepe-choc, carico di tragedia e di pietà, che sicuramente piacerebbe a Papa Francesco, nella chiesa di Santa Maria Nascente a Brescello. Dalla mezzanotte di Natale, Gesù Bambino nella grotta ha le sembianze del piccolo Aylan Kurdi, il bimbo siriano di tre anni morto insieme al fratellino Galip di 5 anni e alla mamma nel mare dell’Egeo tra Turchia e Grecia, mentre fuggiva con la famiglia dagli orrori della guerra in Kurdistan.
Il Bambinello della chiesa di Don Camillo è riverso, ha i pantaloncini blu e una maglietta rossa, come fu trovato de fotografato nella spiaggia di Budrum in Turchia: la commovente quanto terribile immagine del corpicino senza vita portato dal mare ha fatto il giro del mondo, suscitando una ondata di sdegno in tutto l’Occidente. Come sempre accade è stata presto dimenticata, ma non dal parroco di Brescello, don Evandro Gherardi.
La statuina di Aylan Kurdi è stata realizzata in gesso e dipinta dall’artista Marco Cagnolati. La scelta di un Bambinello vittima dell’infamia della guerra e dal cuore di pietra degli uomini, ha fatto discutere suscitando anche qualche sommessa polemica, ma dal giorno di Natale il presepe di Brescello, situato alla sinistra dell’entrata della chiesa, è diventato meta di un vero pellegrinaggio. Un monito potente, un simbolo universale, un richiamo inevitabile alle parole di Francesco che non si stanca di denunciare le sofferenze di milioni di profughi, e non più tardi di ieri ha lanciato su Twitter il suo grido di dolore per il silenzio che circonda la persecuzione di cristiani in Medio Oriente, in Africa e in Asia.