3/5/2014 – Non parlano italiano, però sanno spacciare proprio bene. Ma il livello professionale non conta di fronte a determinate procedure.
Così per la mancanza dell’interprete sono tornati in libertà i due pusher arrestati dai carabinieri insieme a un cinese, nell’ambito dell’operazione che ha portato al sequestro di un chilo di shaboo, la pericolosa droga chimica a base di metanfetamine, proveniente dall’estremo oriente, e quasi certamente prodotta in Cina. Il sequestro è avvenuto in un albergo della zona stazione.
Il tribunale di Reggio non è riuscito a trovare un interprete vietnamita per convalidare l’arresto di Thui Lai Xuan, 29 anni, e Cuong Vu Anh, 26 anni, finiti in manette martedì insieme a al cinese Paopao Ji, 28 anni.
nella mattinata di ieri 2 maggio i tre stranieri, difesi dall’avvocato Matteo Marchesini – in sostituzione del collega Vainer Burani, sono comparsi davanti al giudice Giovanni Ghini.
Il cinese, che aveva l’interprete, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Senza interprete, i due cittadini vietnamiti non hanno nemmeno potuto firmare il verbale e sono stati rimessi in libertà. È tornato libero anche il cittadino cinese, perché — mancando la possibilità per i vietnamiti di fornire la loro versione dei fatti — non è stato possibile stabilire con certezza a chi appartenesse lo stupefacente. Il suo arresto, però, è stato regolarmente convalidato.
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