4/2/2014 – Le inondazioni del Modenese costano non meno di 54 milioni di euro all’agricoltura emiliana. E’ la cifra scaturita da un incontro tra il presidente della provincia di Modena Emilio Sabattini, e il sottosegretario alle Politiche agricole Maurizio Martina. L’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni ha definito “un punto di partenza molto importante” il “riconoscimento” da parte del sottosegretario “della specificità nazionale dell’emergenza” modenese.
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TERREMOTI E ALLUVIONI: EMILIANI NELLA MORSA DELLA PAURA
In montagna in vent’anni sparite 35 mila aziende agricole
4/2/2014 – Tra terremoto, alluvioni, frane, perfino trombe d’aria, le catastrofi naturali hanno segnato profondamente i cittadini dell’Emilia Romagna che per il 40 per cento vivono con la paura per la devastazione degli edifici causata dai terremoti, per il 27 per cento temono le frane e l’erosione dei terreni e per il 29 per cento sono preoccupati dallo straripamento dei corsi d’acqua. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti/Censis dalla quale si evidenzia il profondo stato d’ansia causato dalle recenti calamità tra la popolazione emiliana. A distanza di quasi due anni dal terribile terremoto che con morti e distruzione ha sconvolto la vita di una intera popolazione, gli emiliano romagnoli si ritrovano a fare i conti con un’alluvione e con centinaia di movimenti franosi nelle aree collinari e montane.
Con i cambiamenti climatici in atto – sottolinea la Coldiretti – è sempre più urgente investire nella prevenzione. I cittadini dell’Emilia Romagna si trovano a fare i conti con una continua emergenza idrogeologica che porta il 36 per cento dei cittadini interpellati a dichiarare – secondo la ricerca Coldiretti/Censis – di essere pronto a finanziare di tasca propria un fondo di tutela dai danni dovuti a fenomeni naturali.
Il 95 per cento dei comuni dell’Emilia Romagna ha almeno una parte del territorio soggetto a rischio idrogeologico per le frane e le alluvioni e, secondo l’analisi della Coldiretti, sono 313 i comuni interessati. Una situazione favorita dall’abbandono dell’attività agricola soprattutto nelle aree marginali dove è più importante la presenza degli uomini per la salvaguardia del territorio.
Infatti tra il 1990 e il 2010 l’Istat ha rilevato una vera e propria fuga dalla collina e dalla montagna dell’Emilia Romagna. Secondo le elaborazioni di Coldiretti regionale sui dati del censimento agricolo Istat, in venti anni le aziende agricole delle zone collinari e montane si sono più che dimezzate, passando dalle oltre 64 mila dell’inizio degli anni Novanta alle 27.420 del 2010.