Il direttore di Boorea tra impegno e disimpegno. Dalla rivista di Lucio Caracciolo al romanzo (senza illustrazioni, va detto) della leggendaria Sasha Grey, che non ha certo bisogno di presentazioni, specie per gli internauti. L’amico Stefano Campani mercoledì scorso ha solennemente partecipato, presso la sede Legacoop, alla presentazione del nuovo numero del prestigioso almanacco di geopolitica “Limes“, dedicato a Siria e Iran, mentre sabato, tre giorni dopo, s’è concesso un salto alla storica libreria del Teatro (del mitico Nino Nasi, in centro), di cui è un habitué.
Laddove s’è fatto ritrarre dai nostri cronisti (pronisti, tronisti: fate voi) nell’atto – non indifferente, e comunque simbolico – di sfogliare il sugoso libro della cliccatissima (in tutti i sensi, doppi sensi e controsensi) regina dell’hard.
Dopodiché, sorprese delle sorprese, dall’infinito archivio della libreria tanto cara a Pier Vittorio Tondelli, tra quadretti “ex voto” e riviste libertarie, è spuntata una copia originale del celebre “Le macchine di Munari”, un pezzo che sul mercato (basta curiosare su eBay) vale tra i 1.500 e i 2.500 euro.
Gianfranco Parmiggiani
18/10/2013 alle 13:42
Grande Stefano; fortunatamente la foto lo ritrae mezzobusto dalla cintola in su perché un totale, con quel popò di libro pruriginoso in mano, sarebbe stato imbarazzante…
Carlo Possa
26/10/2013 alle 11:52
Dal coop-capitalism di Noreena Hertz alla Juliette Society di Sasha Grey il passo è breve